A seguito del pareggio del Pro Piacenza contro la Giana Erminio, è stato intervistato ai microfoni di ilovegiana.it un giocatore rossonero che ha compiuto la cavalcata per portare i biancocelesti nei professionisti dal campionato di Promozione. Si tratta dell'ex Riccardo Rossini, che ha raccontato le emozioni della partita di mercoledì scorso, scontrandosi per la prima volta con i suoi ormai ex compagni di squadra: "Per me è stata in generale una giornata insolita, stranissima, nel senso … anche la sera prima pensando al fatto che avrei dovuto giocare contro la mia ex squadra, non sapevo come avrei reagito. Per me è stata una grande emozione perché comunque alla Giana ho passato tantissimi anni tra il non professionismo, il semi professionismo e il professionismo poi, e devo tantissimo ai colori biancazzurri e ieri quando sono sceso in campo e ho visto i miei amici. Sanchez primo di tutti l’amico con cui ho legato di più, Marotta, Perna, Bruno, Solerio, Montesano, Perico, Pinto, Biraghi, per me è stato molto strano. Prima del fischio d’inizio, anche con lo stesso Bonalumi, diciamo che ci dicevano delle cose che ricordavano degli episodi che avevamo vissuto insieme, allora tutto questo mi ha davvero riempito di gioia. Poi la partita … alla fine è stato un pareggio, direi giusto da entrambe le parti, è stata una bella partita, conosco bene la Giana … io mi sono anche divertito".

Sul suo esordio nella Prima Squadra ricorda: "Ho fatto l’esordio in prima squadra in Eccellenza in Coppa Italia contro il Carugate, se non sbaglio, all’età di 16/17 anni dove sono entrato al posto di Bergamini e subito appena entrato mi sembra che ho preso una traversa di testa su calcio d’angolo. E' stata un’emozione fortissima, e da quel momento lì mi sono reso conto che Albè riponeva in me una grande fiducia".

Il suo stretto rapporto con gli ex compagni di squadra: "Con Sanchez ovviamente siamo grandi amici, abbiamo fatto le vacanze insieme due anni di fila, tra di noi c’è un forte legame vero e sincero. Poi sono in contatto spesso con Bonalumi, ho sentito Bruno perché tra l’altro vive a Piacenza e ogni tanto ci si sente scambiando anche degli sms, sono in contatto spesso con Gasbarroni che non è più alla Giana, mi è capitato di sentire Solerio, adesso non so se mi sfugge qualcuno. A me comunque capita spesso di andare a Milano e spesso ci si trova per fare delle rimpatriate".

Un aggettivo per ogni ex: "Sanchez, lo definirei … lui è il migliore amico diciamo, la persona con cui cresci con cui stai bene e con cui ho avuto la fortuna di giocare insieme.

Biraghi, vabbè è facile … il capitano!

Perico … il magnifico, proprio perché negli anni che abbiamo giocato insieme ha dimostrato di avere dei colpi da giocatore forte per cui l’abbiamo soprannominato il magnifico, oltre che essere magnifico è una persona disponibilissima per la squadra, per lui solo buone parole.

Sasà Bruno, lo definirei il bomber perché  … be chi non è più bomber di Sasà è un giocatore che gli basta una palla che la trasforma in goal!

Solerio … è difficile …. ecco direi solare, si la persona più solare che abbia mai conosciuta anche se ha i suoi momenti, ma quando ha il sorriso riesce a contagiare tutti.

Marotta il piccolo Messi di Gorgonzola, comunque lui ha fatto la storia della Giana.

Cesare Albè un secondo padre, potrei definirlo come il traghettatore diciamo, che ha trascinato tutti verso il professionismo.

Perna …. Fabione … l’ariete, lui la davanti è difficile portargli via la palla, difende bene, lotta fino all’ultimo minuto per la maglia.

Bonalumi lo definirei … bombalumi, perché in serie D che giocavamo già insieme, Bonalumi ha appunto tirato una bomba, diciamo un tiro forte, da pochissimi metri e così è diventato bombalumi.

Sosio ecco vorrei spendere un aggettivo … è difficile perché Ale è tutto, Ale è una persona … io non vorrei … faccio fatica ad esprimere un giudizio … perché non vorrei sbagliarmi nel senso a dare meno di quello che merita … perché lui è tutto …. è una persona unica, il classico esempio di bravo ragazzo per la maglia per i compagni per gli amici da veramente l’anima e il cuore.

Il presidente Bamonte se la Giana è arrivata a questi livelli, se la Giana è la Giana di Gorgonzola di Lega Pro, deve tutto a Bamonte, l’orchestra della Giana è il compositore di questa sinfonia, diciamo il generale senza di lui non si sarebbe potuto realizzare questa bellissima favola.

I tifosi sono unici, perché mi hanno sempre espresso grande affetto, sia quando ero alla Giana ma soprattutto quando sono andato via dalla Giana ho sentito da parte loro un affetto veramente caldo e sincero e questo mi ha fatto davvero piacere … vorrei ringraziare loro, il presidente Bamonte e Albè e tutta la squadra.

Pinto come si può dire … l’argento vivo perché lui è sempre attivo, non si ferma mai … dice duemila parole al secondo, è una molla … lui è inarrestabile!

Augello mi ricorda Cafù … il pendolino su quella fascia li va avanti e dietro, ha sempre il sorriso da bravo ragazzo mi ricorda Cafù, tra l’altro un ottimo ragazzo e un ottimo giocatore.

Montesano è il classico ragazzo introverso, timido, che poi in realtà tanto timido non lo è, anzi tutt’altro, abbiamo passato insieme una vacanza bellissima, è arrivato dalla serie D e subito si è integrato nella squadra a pieno, veramente un bravo ragazzo.

Greselin l’anno scorso mi ricordo che, lui essendo più piccolo di me, andavo subito in campo con lui all’inizio prima degli allenamenti e cercavamo insieme di imparare la tecnica di tiro in porta questo è un bel ricordo che ho io con lui, passavamo mezz’ora prima dell’allenamento a calciare in porta, adesso so che è andato in nazionale, sta facendo bene e sono contento per lui.

I tifosi biancazzurri lo stimano ancora, e il pensiero di Rossini è questo: "Per i tifosi io, l’ho detto anche prima, devo veramente tutto perché loro mi hanno voluto bene quando ero arrivato ero piccolino e mi hanno voluto bene soprattutto quando sono andato via e mi vogliono ancora bene, per me la Giana è stata una seconda famiglia e loro hanno dimostrato in pieno.

Il ricordo più bello alla Giana Erminio: "Il ricordo più bello assolutamente è il giorno della promozione in Lega Pro, se ci penso mi vengono ancora i brividi, ero uscito pochi minuti prima della fine ed ero in panchina, continuavo a chiedere a Della Corna se sapeva come erano finite le altre partite … e nessuno sapeva darmi una risposta, un po' di tensione perché se il Borgosesia avesse vinto sarebbe diventato il campione, invece ha perso ed è arrivata l’ufficialità a noi ed è stata una grandissima festa, l’invasione di campo, le lacrime, è stata veramente quella cosa che ogni ragazzo sogna quando inizia a giocare a calcio poter arrivare con le proprie forze da un mondo di dilettanti ad un mondo nuovo per noi quello dei professionisti"

... e le partite che ricorda particolarmente: "Diciamo che sono due le partite che conservo nel mio cuore … anzi tre e che non potrò cancellare mai: la prima è stata pochi giorni dopo che è venuta a mancare mia nonna e siamo andati a giocare a Dronero in serie D perdevamo 2 a 0, poi ho segnato una tripletta la prima volta che mi capitava, andiamo in vantaggio 3 a 2 poi la partita finirà 8 a 2 per noi, però è stato per me un giorno importante perché ho dedicato i tre goal alla nonna che era scomparsa da poco; l’altra è una partita giocata contro il Mantova, dove ho segnato un bel goal, diciamo il primo goal dove ho fatto un movimento da seconda punta sono andato a calciare di mancino in diagonale, per noi era una partita tosta perché eravamo alle ultime partite e dovevamo fare punti per rimanere fuori dalla zona play out è stato un goal pesantissimo"

Infine, un suo pensiero sul gioco del calcio: "Il calcio per me, sembrerà banale, ma per me il calcio è veramente tutto... nel senso che è da quando avevo 5 anni che gioco a pallone sempre con l’obiettivo di divertirsi, adesso ho avuto la fortuna di fare del mio divertimento un lavoro, però io lo vedo sempre come un divertimento come un qualcosa che ti deve rendere felice, diciamo che è tutto. Quando andavo allo stadio da piccolino guardavo giocare il Milan, la mia squadra del cuore, sognavo ad occhi aperti e adesso andare a giocare in stadi dove han giocato squadre di serie A, così a me sembra ancora una roba irreale … un sogno … per me il calcio è tutto quello che riguarda la mia vita .. tutto! E’ talmente importante per me che non saprei definirlo con un aggettivo … è tutto è gioia è dolore è piacere, è ciò che ti cambia la giornata in positiva o negativa, il calcio è anche una scuola di vita e come dice sempre Albé, una piccola parte di vita e questo io lo condivido con lui perché il calcio ti fa crescere, ti fa diventare uomo prima te lo insegna in modo crudele come te lo può insegnare la vita, il calcio è una parte di vita … è tutto"

Sezione: PRIMO PIANO / Data: Ven 09 dicembre 2016 alle 11:00
Autore: Davide Villa / Twitter: @@villdav3
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