Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato da CalcioeFinanza.it, il rischio di diffondere il Coronavirus durante una partita è considerevolmente più basso per i dilettanti che per i professionisti: a dichiararlo i ricercatori dell’Università di Aarhus, che in uno studio precedente avevano analizzato il rischio contagio basandosi sui dati della Super League danese. L’analisi mostrerebbe che i dilettanti e i ragazzi dei settori giovanili si trovano a una distanza di 1,5 metri l’uno dall’altro per un totale di soli 60 secondi all’ora di calcio in media. Nel 60% dei casi in cui i giocatori entrano in contatto, dura meno di un secondo. I risultati possono fornire una spinta significativa per coloro che auspicano una ripresa rapida del calcio dilettantistico e di quello giovanile. La ricerca si basa sull’analisi posizione per posizione del rischio per i calciatori, prendendo in considerazione la quantità di contatti con altri giocatori sul terreno di gioco. Secondo questo studio, a maggior rischio sarebbero gli attaccanti centrali mentre, come immaginabile, i portieri sarebbero quelli meno esposti.

«Le cifre – spiega lo studio – mostrano che il contatto durante la pratica di uno “sport di contatto” come il calcio è relativamente basso se si considera l’attività lasciando da parte i contrasti, le sostituzioni e gli spostamenti condivisi». Thomas Bull Andersen, professore associato all’Università di Aarhus, ha raccontato al Telegraph: «Abbiamo scoperto che l’esposizione per dilettanti e giovani giocatori era circa la metà, o meno della metà, rispetto ai giocatori professionisti. Non sono così veloci e così vicini ai loro avversari come i giocatori d’alto livello».

Sezione: NEWS TRITIUM / Data: Mar 19 maggio 2020 alle 09:50 / Fonte: CalcioeFinanza.it
Autore: Rossana Stucchi
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