Fantasia e creatività, estro ed eleganza. Lo scorso 5 luglio, subito dopo la conclusione delle operazioni relative al suo trasferimento a titolo definitivo all’F.C. Südtirol, postò su Facebook un video di 12 secondi dalle vacanze con un saluto alla sua nuova società e ai suoi nuovi tifosi. Un gesto di stile, molto apprezzato. Daniele Casiraghi, 26enne trequartista, si presentò in biancorosso con all'attivo 251 presenze in serie C e un fresco trascorso da protagonista di un ottimo campionato con il Gubbio, con uno score personale di 7 reti e 4 assist-gol. Casiraghi si è legato al club biancorosso con un contratto biennale e con l'opzione per il terzo anno, risultando subito prezioso nell’economia del gioco, grazie a doti innate e indubbia concretezza. Un girone d’andata più che positivo con 19 gettoni di presenza, quindi con il cartellino timbrato regolarmente. 1285’ minuti giocati con 4 gol, di cui 2 nel primo tempo e 2 nel secondo (entrambi nell’ultimo quarto d’ora di gioco) e un assist. Un ottimo ruolino di marcia per il fantasista nato a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 10 marzo 1993, 177 cm di altezza per 73 kg di peso forma, trequartista integratosi alla perfezione nel modulo di mister Vecchi, che Casiraghi lo aveva già conosciuto e apprezzato qualche anno fa.
“Sono cresciuto nel settore giovanile della Tritium - sottolinea il numero 17 biancorosso -, ho fatto tutta la trafila nelle giovanili, debuttando nella prima squadra della cittadina milanese di Trezzo sull'Adda nella stagione 2010/2011, in C2”.
A farlo debuttare fra i professionisti è stato proprio l'allenatore che ha ritrovato al Südtirol, Stefano Vecchi, che schierò in campo Daniele nel match esterno contro la Sacilese, venendo ripagato della fiducia da un gol, il primo di Casiraghi fra i “pro”.
“Un bel ricordo. Indelebile. Ero diventato maggiorenne da un paio di giorni. A Sacile eravamo sotto 1-0, mister Vecchi mi diede fiducia mettendomi in campo ad inizio ripresa ed io lo ripagai siglando il gol dell’1-1 al 17’ del secondo tempo. Lenzoni alla fine portò il punteggio sul 2-1. Purtroppo la Sacilese alla fine riuscì a pareggiare. Una bella emozione comunque. Bagnare l’esordio con una rete è una sensazione indimenticabile”.
Poi com’è andata avanti la tua carriera?
“Rimasi in forza alla Tritium, promossa in C1, anche nel biennio 2011-2013, totalizzando complessivamente 59 presenze con 1 gol (segnato a Ferrara contro la Spal allenata proprio da Vecchi ndr)".
Com’è stato il tuo primo rapporto professionale con mister Stefano Vecchi?
"Ho avuto un bellissimo rapporto: è un bravissimo allenatore e una grande persona. Speravo di poterlo incontrare di nuovo in una nuova esperienza calcistica comune ed è accaduto, qui al Südtirol, dopo otto anni".
Si parlò di un tuo trasferimento all’Atalanta prima e all’Udinese poi: tutto questo prima della mancata iscrizione della Tritium in Lega Pro nel 2013.
“Un momento non facile. Mi legai al Lecce, che mi aveva già cercato nel mercato invernale, con un contratto triennale. Avevo avuto dei contatti con il Lecce a gennaio 2013, ma non si era concluso niente. Dopo quanto accaduto mi sono svincolato dalla Tritium e ho firmato con i giallorossi. Mi hanno offerto un triennale che ho accettato. Mi girarono in prestito alla Pro Patria. Rimasi in C1, nella stagione 2013/2014, disputando 23 partite con la squadra di Busto Arsizio”.
Poi il primo dei quattro campionati, non consecutivi, al Gubbio…
“Proprio così 33 presenze e 3 reti il primo anno in serie C, poi, a seguire la stagione 2015-2016 con 32 partite di campionato e 4 gol, ad Ancona in C, per poi tornare al Gubbio, dove ha disputato gli ultimi tre campionati di serie C : 34 presenze e 6 gol il primo anno, 32 presenze e 5 gol il secondo anno, 38 presenze e 7 gol nella scorsa stagione”.
Hai vestito anche la maglia azzurra dell'Italia under 19 (2 presenze) con Chicco Evani e dell'under 20 (3 presenze) di Gigi Di Biagio, oltre a quelle della selezione di Lega Pro e, la scorsa estate, qualche giornale aveva associato il suo nome alla lista di rinforzi del Pordenone di Attilio Tesser per il debutto in B, invece a vincere la concorrenza è stato l’F.C. Südtirol, riuscito ad assicurarsi le prestazioni del fantasista dopo il periodo a Gubbio…
“Quelli trascorsi a Gubbio sono stati anni molto importanti per la mia crescita. Sui goal sono migliorato: nell’ultimo periodo in rossoblù mister Galderisi, che di reti se ne intende, mi spronò e così arrivarono anche quelli. Gubbio mi ha dato tanto, ho conosciuto tante splendide persone che mi hanno aiutato a crescere. Al termine della scorsa stagione avevo manifestato il desiderio di cambiare, di provare qualcosa di nuovo, per me più che altro. Desideravo un’esperienza importante, in un ambiente professionale e ambizioso e qui ho trovato ciò che desideravo. E qui mi piacerebbe togliermi tante soddisfazioni di squadra. I ricordi in nazionale? Splendidi. Indossare la casacca azzurra è sempre un bel privilegio”.
Tecnicamente come ti consideri?
“… uno che deve migliorare a giocare spalle alla porta”.
Chi è il tuo idolo calcistico?
"E’ sempre stato il capitano, Alessandro Del Piero".
Perché ti chiamano “il Principino”? Per la tua eleganza in campo, per la disponibilità o, più semplicemente, per la semplicità che ti contraddistingue?
“Il soprannome me lo ha coniato un giornalista di Gubbio, probabilmente per il mio modo di stare in campo. Diciamo che, tutto sommato, ci può stare”.
Gli allenatori che ti hanno insegnato più cose?
“Ho imparato tanto da tutti. Ognuno mi ha trasmesso nuove cose e non ho ancora smesso di imparare …”.
Hai un folto stuolo di tifosi “personali” che ti seguono in casa e in trasferta?
“Sono tutti i miei amici d’infanzia che mi seguono spesso e volentieri, in casa e fuori. Siamo cresciuti tutti insieme a Pozzo d’Adda e siamo molto legati. Si aggiungono ai miei parenti e, quando possono, compongono un bel gruppetto al mio seguito”.
Come valuti la prima parte del campionato?
“Bene, molto bene. Si può e si deve migliorare sempre, anche perché qualche errore lo abbiamo commesso, comunque possiamo essere contenti”.
Come trascorri il tempo libero. Hobby?
“A casa a guardare Netflix o a fare qualche passeggiata. Mi piaceva anche fare qualche pedalata, ma qui non è possibile, anche per i troppi sali e scendi. Arriverei ad allenamento cotto”.
Il prossimo futuro?
“Un girone di ritorno da affrontare con l’obiettivo di migliorare ancora come squadra e, dal mio punto di vista, cercare di dare un contributo ancora maggiore al collettivo, magari facendo qualche gol o qualche assist in più in un campionato che ritengo il più impegnativo tra tutti quelli che ho disputato in serie C. Noi ci siamo dentro bene. Dobbiamo continuare a lavorare sodo per crescere ancora”.
Autore: Stefano Spinelli
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