Pablo Sanchez è stato intervistato dai colleghi di zonacalcio.net. L’estremo difensore della Giana Erminio, nato in Inghilterra, ricorda come si è evoluto il suo percorso fino ad indossare la maglia biancoceleste: “Sono nato a Londra perché nel 1995 mio padre era arrivato lì da Madrid per lavoro. Dopo nove mesi è stato trasferito a Milano e ho vissuto tutta la vita qua. Non mi sento italiano perché ho le radici spagnole, i miei sono entrambi di Madrid e sin da piccolo sono sempre andato a Madrid a natale e in estate. Quindi mi sento spagnolo però mi trovo bene con gli italiani perché sono qui da tanto. Dopo le giovanili, mi ha chiamato la Giana per essere il portiere della juniores e da lì dalla Promozione, sono saliti in Eccellenza e mi hanno promosso in Prima Squadra. La serie D invece l’ho fatta tutta da titolare. Ero arrivato che avevano appena vinto il campionato di Promozione, quindi quella categoria me la sono persa, l’Eccellenza l’ho vissuta in pieno, mentre la serie D l’ho giocata da protagonista. Mi sento a casa, sono qui da cinque anni e vado per il sesto, mi trovo molto bene”.
Il cambiamento dello stile di vita da Madrid alla Giana: “Alla Giana c’è proprio qualcosa di particolare, è una realtà piccola che però sta diventando grande, ma con cose semplici. Una di queste è la relazione che c’è tra i giocatori, uno di questi è Iovine che ho conosciuto quest’anno, ma con cui ho legato subito, anche Chiarello e soprattutto Rossini rimane un’amicizia unica, siamo sempre in contatto ed è diventato uno dei miei migliori amici. Adesso gioca al Rende, ma comunque ci sentiamo e ci vediamo”.
Per un’eventuale chiamata dalla Spagna: “Se avessi qualche offerta dalla Spagna per me sarebbe un sogno. Non solo perché sono spagnolo, ma giocare lì in generale sarebbe fantastico perché amo il modo di vivere che c’è, la mentalità. Anche il livello del calcio è altissimo. Anche in Italia però la Giana è ormai diventata la mia seconda casa. Con il livello del calcio uguale, probabilmente sceglierei la Spagna perché mi piace proprio lo stile di vita. Però anche in Italia ci sono certe zone in cui il calcio è vissuto in maniera spettacolare, il sogno di andare in Spagna c’è, però senza fretta”.
Il momento più emozionante, l’esordio nei professionisti: “E’ stato tre anni fa, non ricordo i dettagli ma c’era una grande emozione, eravamo tutti carichi perché arrivavamo da un campionato vinto dove avevamo fatto molto bene. Ci sentivamo quasi imbattibili e la prima partita era andata subito bene, giocata al Brianteo perché a Gorgonzola c’era lo stadio in ristrutturazione. Avevamo fatto un inizio di campionato buonissimo contro il Lumezzane che militava in Lega Pro già da molti anni, mentre da poco noi avevamo la carica giusta e volevamo fare bene. Ero molto contento anche perché ho tenuto la porta inviolata”.
Il suo rapporto con il mister: “Mister Albè mi ha dato tanto. In primis, quando sono arrivato alla Giana mi ha portato subito in Prima Squadra perché mi vedeva bene anche con giocatori più grandi di me. Mi ha fatto esordire in Eccellenza, e poi subito dopo, senza neanche aver giocato tanto in Eccellenza, mi ha dato fiducia e mi ha fatto giocare in serie D. La fiducia poi gliel’ho ripagata perché comunque ho fatto bene. Mi ha dato tanto anche a livello personale e a livello umano perché non parla solo di calcio, ma anche dello spogliatoio, di come stare tutti bene insieme”.
Gli elementi che hanno contribuito a rendere la Giana Erminio una squadra solida: “La forza della Giana è soprattutto il gruppo umile. Inoltre sono arrivati giocatori come Pinardi che hanno giocato in serie A, in serie B e sono forse loro i più umili della nostra realtà. Questo fa capire come tale caratteristica sia alla base della struttura della squadra. Anche in campo, quando si deve correre e aiutarsi l’un l’altro, non c’è differenza di età, ognuno si aiuta in maniera reciproca”.
L’ultima stagione di Lega Pro, la migliore dei tre anni della Giana nel professionismo: “Ho collezionato 7 presenze in campionato, di cui 4 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte. Mi allenavo al fianco di Viotti, un portiere molto importante, un ragazzo alla mano con cui si può allenare bene anche a livello d’intensità. A livello di risultati, la scorsa stagione è stata la migliore della Giana perché abbiamo passato il primo turno dei playoff e il sogno di andare in serie B c’era davvero. Soprattutto con l’arrivo di Pinardi, che ha una certa classe e qualità e ci ha dato una grossa mano, abbiamo fatto tanta strada. Nella fase finale dei playoff si è fatto male Gullit ed è stato un problema. Alla fine siamo rimasti con l’amaro in bocca perché avendo vinto la prima partita contro il Pordenone sentivamo che era possibile il passaggio del turno. Loro però sono arrivati alla semifinale mentre noi abbiamo perso, quindi si vedeva che era un’ottima squadra”.
Sul suo rinnovo commenta: “Ho rinnovato per due anni, sono contento. Con i ragazzi mi trovo bene, sono diventati amici anche al di fuori del calcio, quindi sono contento anche di questo. A livello di squadra ha rinnovato più o meno l’ossatura, Pinardi, Iovine, Gullit. Possiamo fare meglio dell’anno scorso, prima questi giocatori non avevano mai giocato insieme, quindi non si conoscevano, ora hanno un anno di esperienza e di chimica insieme, quindi sono sicuro si può far bene”.
Sull’importanza della tifoseria: “Anche se è una piccola realtà, i tifosi si fanno sentire sempre, vengono a vedere gli allenamenti. Uno in particolare viene tutti i giorni a vederci allenare, ci scrive su Facebook, ci sostiene sempre ed anche allo stadio si fanno sentire. Lo stadio è un po’ all’inglese, piccolo e compatto,ne i tifosi si sentono. Dopo tre vittorie di campionato consecutive e i playoff di Lega Pro, le loro aspetattive sono alte, però bisogna mantenere i piedi per terra ed allenarci seriamente per provare a ripeterci o addirittura migliorarci”.
Sul suo futuro: “Adesso ho tre anni di esperienza in Lega Pro, non è facile fare il portiere specialmente in una giovane età. Però, grazie a Dio, sono un ragazzo abbastanza tranquillo, mi sono sempre allenato per me stesso, per migliorarmi e quando sono stato chiamato in causa ho sempre fatto bene. Anche il primo anno in Lega Pro ho avuto la fortuna di subentrare contro il Renate per un cartellino rosso e parare un rigore e poi vincere la partita. Mi sento di aver dato qualcosa per questa squadra: Ovviamente ho voglia di fare il titolare per poter aiutare la squadra sempre di più, mi alleno per questo. Vedremo quest’anno come andranno le cose”.
Sul suo tifo per il Real Madrid: “Sono tifoso dei blancos al 100%, anche se mio padre è dell’Atletico, infatti in famiglia c’è una certa competizione. Quando il Real ha vinto la Champons contro l’Atletico, in casa c’è stata una sorta di guerra. La finale contro la Juventus avrei voluto vederla con Iovine, che è un tifoso accanito della Juve. In stagione ne parlavamo, sarebbe stato bello vederla con lui per vedere la sua faccia. Se avesse vinto la Juve lui ci sarebbe andato giù pesante, io ho fatto finta fosse tutto normale”.
Svela il suo idolo: “Il mio idolo è da sempre Casillas anche perché casa di mia nonna è molto vicina al Bernabeu e l’ho visto molto giocare. Ho visto il suo esordio in Champions League contro il Bayer Leverkusen e da lì mi sono innamorato diventando il mio idolo. Avevo cinque anni quando lui ha esordito, ed essendo il più piccolo di tre fratelli mi mettevano sempre in porta, e grazie a lui ci andavo volentieri. Comunque Buffon è il secondo giocatore preferito, nonostante la sua età continua a dare spettacolo”.
Infine, sul girone di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 tra Italia e Spagna, fa una previsione: “La Spagna nella Prima Squadra ha tantissime qualità, l’Under 21 fa paura perché hanno giocatori come Isco, Asensio, Saul, ragazzi che giocano in grandi squadre. I giovani spagnoli secondo me faranno benissimo. Anche l’Italia però ha una squadra piena di giovani che corre, gioca un calcio offensivo, non solo difende. Quindi credo che a settembre sarà una bella partita”
Autore: Davide Villa / Twitter: @@villdav3
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