Domenica 31 ottobre 2021 è arrivata l'ufficialità della separazione consensuale tra la Tritium e il direttore sportivo Gianluca Leo. Si chiude un pezzo di storia, dopo cinque anni e mezzo, con una persona che, insieme a Juri Camoni, è stata determinante per la gloriosa storia biancoazzurra e che resterà sicuramente nelle menti di tutti i tifosi trezzesi. Con lui la Tritium dal nulla è ripartita in Prima Categoria ed ha scalato le categorie fino alla serie D. Nel 2014, dopo il fallimento, nessuno avrebbe pronosticato un futuro così. Scopritori di giocatori sconosciuti e persona dai grandi valori, Gianluca Leo in questa lunga intervista ripercorre il suo percorso alla Tritium.
Ciao Gianluca, parlaci del tuo approdo alla Tritium. Dobbiamo tornare nell'estate del 2016.
"Esatto, era il mese di giugno: arriva la telefonata di Juri Camoni che mi proietta di far ripartire la Tritium in Prima Categoria. Io arrivavo da una vittoria del campionato di Promozione con la Trevigliese, al mio primo anno, e dopo diverse stagioni vincenti con l'Arzago. Oggettivamente l’obiettivo era riportare in Eccellenza la Tritium in un percorso triennale, anche perché partivamo davvero da zero. Non c’era più nulla: c’era da programmare sia la parte tecnica e sportiva che quella gestionale: la nuova Tritium aveva solo un ottimo settore giovanile. Contro tutti i pronostici del caso siamo arrivati in serie D in tre sole stagioni facendo una scalata storica. Ricordo con soddisfazione il famoso triplete".
La vittoria in Prima Categoria: stagione 2016/2017.
"Avevo costruito una squadra fuori categoria e infatti il problema non era il discorso tecnico inteso come squadra, ma era tutta organizzazione a posteriori che mancava. Partimmo con mister Leoni che poi dovette lasciare per motivi di salute per trionfare con mister Giorgio Gigli".
Il campionato in Promozione: stagione 2017/2018.
"In Promozione avevamo un'ottima squadra: avevo confermato solamente quattro giocatori dell’anno precedente e eravamo partiti per fare un campionato di vertice. Cambiai il mister con la squadra imbattuta, arrivò in panchina mister Marco Sgrò e i risultati mi diedero ragione. Ricordo che a dieci partite dalla fine eravamo a meno otto punti dal primo posto e con una cavalcata pazzesca con otto vittorie consecutive arrivammo agli scontri diretti a pari punti con Paullese e Tribiano e negli stessi scontri diretti vincemmo sul campo il titolo di campioni. Fu davvero una stagione vincente".
La vittoria dei playoff nazionali di Eccellenza e il salto in serie D: stagione 2018/2019.
"Considero questa forse la vittoria più voluta. Alla presentazione della stagione sapevamo perfettamente che non eravamo una squadra da vittoria, ma con il tempo si formò un gruppo pazzesco e fortissimo che sopperì alle lacune tecniche con una grande voglia e fame. I playoff nazionali penso siano stati un avventura entusiasmante culminata con un passaggio di categoria storico. A giugno 2019 siamo saliti in serie D in soli tre anni con un triplete da raccontare. Abbiamo scritto la storia. Ricordo ancora tutti i ragazzi di quel meraviglioso gruppo".
Il primo anno in serie D: stagione 2019/2020. Si parte bene ma arriva la pandemia del Covid19.
"Partimmo con incognita della categoria, dall'iscrizione alla fideiussione e tutto il resto era tutto nuovo per noi. Eravamo tra i pochi ad allenarsi alla sera con tutto il gruppo, io compreso, che si affacciava alla serie D da neofiti. Tutti già ci davano spacciati, ma con un gran campionato finimmo la stagione al sesto posto a ridosso dei playoff con un gruppo di giocatori e staff che erano con me dalla promozione. A febbraio hanno sospeso tutto per la pandemia, non so come sarebbe terminato altrimenti quel campionato".
La scorsa stagione, terminata con la retrocessione in Eccellenza sul campo.
"Come da accordi con il presidente Juri Camoni avremmo voluto alzare asticella. Dopo tre anni vincenti decidemmo insieme a mister Marco Sgrò di non proseguire insieme il percorso. Siamo partiti con ambizioni importanti e invece ci ritrovammo quasi da subito per lottare per la permanenza in categoria. Le provai tutte, con tre allenatori cambiati e quaranta giocatori in rosa ma la tanta sperata svolta della stagione non ci fu. Probabilmente a mente fredda gli ingredienti, cioè il gruppo, che hanno sempre fatto la differenza nelle stagione passate è venuto a mancare. Sicuramente la situazione sanitaria ha inciso: non è mai stata fatta nessuna cena di gruppo e i giocatori erano divisi in diversi spogliatoi. Sul campo siamo retrocessi e fa ancora male, è una ferita aperta. Fortunatamente siamo stati ripescati in estate in serie D".
Sei uno direttore sportivo che ha scoperto diversi giocatori sconosciuti.
"Guardo molte partite e molti video. Sono legato tanto a tutti i giocatori che ho avuto e nel mio piccolo spesso ho preso calciatori per di più sconosciuti o che si affacciavano per la prima volta alla categoria".
Che legame hai con Marco Sgrò?
"E' stato l'allenatore della Tritium per tre stagioni vincenti e con lui ho instaurato un rapporto speciale. Ricordo ancora il giorno che ci siamo detti addio: eravamo emozionati entrambi e ci siamo lasciati non con un addio ma con un arrivederci".
La tua più grande soddisfazione alla Tritium?
"Sicuramente la partecipazione alla Tim Cup di serie A giocando in trasferta a Castellammare di Stabia contro la Juve Stabia nell'estate del 2019. In solo quattro anni siamo passati ad non avere i palloni a fare la competizione massima possibile professionista. Forse nemmeno la Tritium che cavalcava in Lega Pro era arrivata a tanto in così poco tempo".
E la tua più grande delusione?
"Sicuramente la retrocessione dello scorso anno: è una ferita ancora aperta. Sono ancora convinto che in una situazione normale senza pandemia ci saremmo salvati senza nessun problema".
Hai progetti per il tuo futuro nel calcio? Da dove ripartirai?
"Ad oggi ho già ricevuto qualche chiamata ma non è mia intenzione salire su un treno in corsa. Per il resto della stagione la mia intenzione è approfittare per aggiornarmi e per visionare più partite possibili sicuramente La passione per il calcio non mancherà, ovvio; in seguito mi piacerebbe riaprire un nuovo ciclo a prescindere dalla categoria, ma non c’è fretta".
La Top 11 della tua Tritium?
"Mi sono legato a tutti i giocatori che ho avuto a Trezzo sull'Adda e preferisco non fare una Top 11, perché sicuramente farei un torto a qualcuno. Per me sono stati tutti top".
Cosa ti ha detto Juri Camoni dopo la separazione consensuale dalla Tritium? Ti sei sentito con lo staff tecnico?
"Con il presidente ho avuto una lunga chiaccherata e mi ha confermato la grande stima che ha di me. Ai miei collaboratori Mauro Pizzocchero ed Ivan Aloardi ho chiesto di proseguire con lo stesso entusiasmo e voglia che hanno sempre dimostrato perché la Tritium è e resterà sempre la Tritium, soprattutto perché mister Danilo Tricarico, che saluto e che stimo molto, ha bisogno del loro appoggio. Mauro ed Ivan hanno scritto una pagina indelebile in questa società e questo deve essere motivo di orgoglio per loro".
Resterai per sempre nella storia della Tritium: vuoi mandare un saluto ai tifosi?
"Ringrazio tutti quelli che in questi anni mi hanno fatto sentire il loro appoggio: alcuni ho già avuto modo di ringraziarli".
Cosa auguri alla nuova dirigenza del nuovo presidente Marco Foglia?
"Auguro alla nuova proprietà un futuro vincente e passionale come quello che ho vissuto io e ringrazio la nuova dirigenza per quello che farà per la Tritium e per i trezzesi. Ci vediamo allo stadio".
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